Quando si pensa alle polpette, viene subito in mente la carne macinata, il profumo del ragù, la croccantezza della frittura o una nonna intenta ai fornelli.

Dire polpette è come dire pranzo della domenica, in molte delle case degli italiani. Una suggestione talmente radicata, da farci quasi credere che sia stata appunto una nonna, qualche secolo fa, a inventare le polpette.

La storia invece è ben diversa. Le polpette hanno origini molto lontane dal Bel Paese e, prima di raggiungerlo, hanno percorso tanta strada, contaminando le tradizioni culinarie di molte civiltà.

Proviamo a scoprire da dove vengono e quali sono le varianti più saporite e conosciute, in Italia.

Tutto può essere fatto a polpetta

Vegetariane, vegane, a base di riso, pasta, carne, polpetta è tutto ciò che costituisce un impasto, abbia una forma sferica e venga cotto nei modi più disparati.

Polpetta, se vogliamo, è il supplì romano, questa bomba a base di riso e condimenti vari, ma anche l’arancino o l’arancina.

Anche la ricetta dei mondenghili prevede che vengano realizzate sotto forma sferica. Non è un caso che siano più conosciute come polpette milanesi.

Neanche il pesce fa sconti, se pensiamo, alle polpette di polpo o granchio, ma anche le verdure si prestano a questo tipo di preparazione, come melanzane, zucchine e funghi.

Proviamo a fare un giro anche all’estero? Beh, c’è solo l’imbarazzo della scelta. Ci sono le albondigas spagnole, le bitterballen olandesi, le shi zi tou cinesi, pure il futurismo, con il carneplastico, le ha fatte proprie.

E i legumi, vogliamo per caso tenerli fuori? Proprio no, se pensiamo ai falafel arabi. Probabilmente, se c’è una pietanza che in cucina unisce popoli e tradizioni, questa è proprio la polpetta.

Da dove arrivano le polpette?

Che non sia una prerogativa tutta italiana, ormai, lo abbiamo capito. Resta solo da assodare quale ne sia l’origine, vista la loro appetibilità.

Pare che le prime polpette siano state avvistate in Persia. A rivelarcelo non sono testimonianze o ritrovamenti archeologici, ma la semplice etimologia del nome. Sembra infatti che la parola polpetta derivi da kofta, carne pestata, tipica preparazione del posto, probabilmente, sin dal medioevo.

Di lì, sembra poi passata al Medio Oriente e, con le diverse incursioni arabe, nei diversi territori europei, eccola sbarcare anche nel Vecchio Continente.

Il primo approdo pare sia stato proprio la Spagna, che, come abbiamo visto ha la sua bella ricetta tipica di polpette. All’epoca, infatti, si racconta che la carne venisse pestata al mortaio e successivamente cotta sotto questa nuova forma.

Anche i romani, forse per curiosità o pionieri di questa novità tutta orientale, si sono cimentati nella realizzazione di polpette. Solo che quelle preparate a quei tempi sono distanti anni luce dalle polpette di oggi, dove il massimo della trasgressione arriva al tofu.

I Romani erano soliti, invece, impastarle con vino rosso, bacche di mirto e garum, avvolte nell’omento (la rete di maiale). Da non credere, vero?

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